il Libro

presentazione

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La filosofia è ancora alla ricerca di risposte impossibili: perché nasciamo e dove siamo diretti; la scienza ci dice come veniamo al mondo ed esplora le regole che governano l'universo; le religioni scrutano in Cielo le connotazioni del Grande Architetto e ce ne ricordano l'immanenza.
L'uomo vive nella misteriosa obbedienza alla prima legge del Cosmo: l'eternità, assicurata dalle forze che mantengono e rinnovano la coesione della materia nella moltitudine delle sue forme. La forza che unisce gli uomini e ne stimola la riproduzione è l'amore.
L'amore nasce e muore ma può durare anche una vita, come quello narrato in questo libro. Un amore coniugale che non si piega al luogo comune che del vincolo matrimoniale fa il suo giustiziere.
Al matrimonio, nel nostro tempo, è assimilata la convivenza, abitualmente non più duratura sebbene non egualmente impegnativa. Da sempre poi gli amori effimeri bruciano spontaneamente il proprio repentino entusiasmo senza il concorso dell'abitudine, delle angustie e dei pesi in genere che pongono a rischio le unioni stagionate.
Questo accade perché l'amore non subisce condizionamenti, nasce quando capita e muore per suo conto, non gli necessitano alibi né pretesti, è un sentimento nobile, un'energia vitale che domina l'uomo e ignora convenienze e ragioni. La Natura gli ha affidato l'incarico di perpetuare la specie, non anche di farsi custode della felicità degli individui, lasciata invece all'autonoma capacità che ognuno ha di proteggerla.
Quando alla sua mutevolezza l'amore preferisce la stabilità tiene lontane le sofferenze che s'accompagnano alla perdita dello stato di grazia che gli è proprio. Generalmente la fine di un amore è infatti altrettanto penosa, se non più, della morte di un uomo. L'uomo torna alla terra, rinasce nei figli, tramanda il proprio ricordo. L'amore finito scompare come se non fosse mai nato, sovente lascia rancori o inguaribili scie di dolore. Non è verosimile che l'amore spegnendosi si trasformi in amicizia, è il conforto di comodo di chi ha creduto d'amare. Perché l'amore ha questo di singolare, che si presta a innumerevoli imitazioni che sopravvivono anche a se stesse. Non c'è amore e amore, l'amore ha un solo volto, il resto è rassomiglianza. L'amore è gioia ma anche disponibilità, sopportazione e perdono. Chi vuole soltanto gioia non ama, desidera.
L'amore raccontato in questo libro ha dunque la semplice straordinarietà di appartenere a quelli che, risparmiati dalle grandi avversità che li esaltano, escono rafforzati dagli impoverimenti che di solito ne affrettano la conclusione. Questo è possibile quando chi ama comprende che è dolce amare ma ancora più dolce e appagante è volerlo contro le insidie; quando resistendo alla variabilità dei sentimenti li imprigiona e da schiavo se ne fa padrone. È allora che, chi ama, ama davvero e decide la propria vita anziché subirla. È così che l'amore trascende la fisiologia e concorre alla spiritualità che qualifica la continuità dell'uomo.
Il protagonista della vicenda appartiene alla generazione uscita dallo storico "ventennio" che alla formazione dei giovani dedicò una martellante propaganda ricca di suggestioni ricavate dal declinante romanticismo. Che l'amor di patria fosse destinato a profonda frustrazione non fu più lacerante, per molte giovanili coscienze, della perdita repentina di numerosi altri valori civili compromessi dal crollo delle esaltazioni alimentate dal "regime" e non pochi, di indole più marcatamente idealistica, risentirono acutamente delle derive morali provocate dal tragico epilogo della guerra e dalla successiva frenesia di riconquistare il benessere. Il nostro uomo è uno di essi, uno che per aver vissuto in fretta l'adolescenza ansioso di inserirsi precocemente nell'età degli ardimentosi si scopre ben presto impreparato al confronto con la protervia dei forti. Nell'impossibilità di sottrarsi al condizionamento della propria coscienza sceglie, per cimentarsi con una società dove già sale inquietante il rifiuto di ogni più radicata inibizione, di darsi una maschera che però alla lunga, proprio quando infine sembra farsi premian­te, si rivela funesta per l'unione coniugale, intanto logorata dal segreto tormento che ha spento nella donna ogni eco d'amore. Perché, fra le sue tante malizie, l'amore ha anche quella intrigante di nascondersi a chi lo porta irrimediabilmente nel cuore.
La storia si svolge nel lungo arco di tempo che inizia con gli anni del secondo conflitto mondiale e si sviluppa sotto l'incalzare dei grandi cambiamenti della società. È cambiato anche l'uomo? Noi crediamo che abbia mutato molti comportamenti soffrendo per quelli nei quali stenta ora a riconoscersi. Ma l'uomo no, non è cambiato, continua a confrontarsi col suo indecifrabile destino torturandosi nell'incertezza sulle vie da seguire. I corsi e i ricorsi stanno lì a testimoniare l'immutabilità della natura umana.
Oltre il mistero, in qualche dove, sgorga incessante l'energia che perpetua il viaggio verso l'ignoto e che ha il nome di amore.
Una linfa che scorre tumultuosa, che si estinguerà soltanto se il mistero si scioglierà con l'estinzione dell'uomo, comunque nato e ovunque vissuto. Alto, basso, ricco, povero, bianco o nero, felice o infelice, ragionevole o folle egli resterà, finché sarà sulla Terra, frutto d'amore e seme egli stesso, sciente o non sciente. Nessun cuore umano è refrattario all'amore, ognuno è destinato a sottostare al suo imperio, qualsiasi altro sogno possa orientare la sua esistenza, qualunque percorso gli sia assegnato, arduo o perverso. Non esiste immunità, in nessun luogo e sotto nessun ciclo, in nessun tempo. Mai, anche dove il cuore si fa duro e greve d'affanni, anche quando il mondo si riscopre pagano.
L'ambientazione dell'ultima parte del romanzo non è frequente nella narrativa, sicuramente perché il lavoro all'interno delle banche, al servizio di interessi estranei allo spirito e obbedienti a inflessibili paradigmi che le fanno apparire austere e solenni, sembra sfuggire agli schemi delle forti emozioni. Le vicende narrate vogliono anche ricordare che sotto sembianze interite le banche hanno vita palpitante e patiscono affanni ingiusti e violenti quando la contesa sociale del benessere perde rigore morale. Affanni che si ripercuotono sui loro uomini che non cessano d'essere uomini dietro le mura discrete del proprio mestiere.

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